Case green, l’Europa chiede di accelerare. Ma serve più tempo. Il nostro punto di vista

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Case green, l’Europa chiede di accelerare. Ma serve più tempo. Il nostro punto di vista

Nel 2030 due immobili su tre devono essere resi efficienti da un punto di vista energetico. É la direttiva sulle case green che la presidente di turno svedese si appresta ad approvare entro 6 mesi. Dunque, se così fosse, ci sarebbe una corsa alla ristrutturazione che senza dubbio andrebbe ad impattare positivamente a livello ambientale. Tuttavia, a lasciare perplessi molti, compresa la maggioranza del Governo italiano, sarebbero le tempistiche, eccessivamente ridotte considerando il panorama edilizio italiano.

Case green, il nostro punto di vista

Come la pensa il nostro direttore commerciale Carmelo Cataudella?

Si tratta di un’iniziativa in linea con l’ecobonus attuato in Italia negli ultimi due anni. Il rifacimento delle facciate per aumentare il grado di conducibilità termica al fine del risparmio energetico e la riduzione di CO2. Quella delle case green credo sia una direttiva a cui dare seguito, che potrebbe segnare una vera svolta verso un’edilizia sempre più green a basso impatto ambientale”. 

È chiaro che i tempi sono molto ristretti considerato che il 2030 è molto vicino e che in Italia 9 milioni di immobili dovrebbero adeguarsi. Il privato potrebbe non avere la forza economica per poter affrontare tali spese in un tempo così ridotto”, osserva Cataudella.

Case green e sostenibilità edilizia: intervenga lo Stato

Secondo il nostro responsabile dell’area commerciale, in tale circostanza “deve necessariamente intervenire lo Stato in aiuto così come fatto con l’ecobonus, avendo però a mente un modus operandi che faccia tesoro degli errori commessi in precedenza e che hanno messo in difficoltà l’intero comparto edile nell’ultimo anno”. 

Dunque, “secondo me l’Unione Europea dovrebbe allungare le scadenze per evitare speculazioni ed effetti inflattivi per l’innalzarsi repentino della domanda di materiali, la normativa italiana predisporre un controllo adeguato per verificare il rispetto delle norme. E’ la giusta direzione quella auspicata da chi ha a cuore le sorti del pianeta e delle future generazioni”.

I miei dubbi sui cappotti termici con sistemi tradizionali

Addentrandoci più sul terreno tecnico, ovvero sulle modalità da utilizzare per raggiungere lo scopo ed avere sempre più case green in Italia, “avrei tanto da ridire. Per mia formazione personale credo che i cappotti termici con i sistemi tradizionali adottati fino ad oggi non siano idonei al raggiungimento dell’obiettivo. Riempire gli edifici di EPS e materiali similari non mi pare vada incontro al rispetto dell’ambiente, basti pensare a come smaltire questa grande quantità di materiale industriale e soprattutto alla salubrità delle abitazioni compromesse da una scarsa o nulla traspirabilità”. 

Per questo motivo, “bisogna immettere sul mercato materiali naturali innovativi aventi caratteristiche in grado di fare raggiungere gli stessi obiettivi in termini di basso inquinamento e miglioramento energetico. Esistono già, occorre che i professionisti ne prendano consapevolezza”.

 


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