L’umidità che aggredisce strutture di ogni tipo, viene indicata come la principale responsabile del degrado strutturale e del conseguente deterioramento dei materiali che le compongono.

Comunemente, la presenza di macchie di umido sulle pareti e delle relative efflorescenze biancastre, ci induce a pensare che in qualche modo l’acqua abbia attaccato per diverso tempo la parete interessata, per cui si cerca di rimediare in qualche modo. In considerazione di quanto esposto, si cerca di intervenire con l’unico obiettivo di eliminare la presenza dell’acqua, per risanare completamente la struttura danneggiata in modo tale da renderla sicura e stabile nel tempo, convinti che l’acqua sia l’unica responsabile del degrado.

Questo modo di operare, unitamente alla complicità di innumerevoli pubblicità illusorie con cui si promettono risanamenti stabili e sicuri nel tempo, diventa spesso più dannoso del persistere del fenomeno descritto. Riuscire ad asciugare una muratura impregnata di acqua, applicando magari prodotti più o meno validi sulla sua superficie, non garantisce nel tempo un effettivo risanamento della muratura trattata.

Infatti, il fenomeno che provoca il vero danno strutturale nel tempo è dovuto principalmente al fatto che l’acqua che penetra all’interno del paramento murario, contiene sempre dei sali disciolti come Cloruri, Solfati, Nitrati. I suddetti sali igroscopici, dopo essersi accumulati con il passare del tempo all’interno della struttura in seguito all’evaporazione dell’acqua a contatto con l’aria, generano dei cristalli che producono notevoli aumenti di volume, capaci di generare spinte di compressione elevate al punto tale da sfarinare, deteriorare e indebolire il materiale calcareo di cui è costituita la struttura muraria nel suo insieme.
E’ bene chiarire che i sali di cui argomento, non sono le efflorescenze descritte in precedenza che per la verità sono fondamentalmente innocue, ma quelli interni alla muratura che generano cristalli invisibili, che si annidano nei primi 2 centimetri di spessore del muro interessato.
I sali che poi danno origine ai dannosi cristalli, possono provenire da acqua di risalita, conseguente a perdite idriche di vario genere, o dall’impatto di masse di acqua che continuamente possono interessare le murature. Come principio generale, occorre sempre tener presente che l’acqua non è mai priva di sali disciolti, ad eccezione dell’acqua distillata che difficilmente aggredisce le strutture in questione.